Il trasformare una tecnica (Jitsu) a principio di vita (Do), questa fu la profonda innovazione di Kano. I due aforismi che lui stesso creò per definire il Judo, “Massima Efficacia con il Minimo Sforzo” e “Prosperità e Mutuo Benessere “sono la sintesi di tutto ciò. Nelle varie conferenze tenute, Kano ebbe modo di chiarire ampiamente questi concetti: “Massima Efficacia” deve essere ricercata nella utilizzazione del corpo e dello spirito. Applicando questo principio al corpo otteniamo un’ottima forma di educazione fisica; nel contempo si possono ottenere grossi miglioramenti dal punto di vista intellettuale e morale, diventa così una forma educativa in senso lato. Lo si può applicare però anche a tutte le problematiche della sfera sociale, in tal modo assume l’aspetto di un modello di vita. Questo principio universale è il Judo, che consiste quindi, oltre che nell’allenamento del corpo e della mente, in una regola ispiratrice nei rapporti sociali. Lo studiare ed il praticare l’attacco e la difesa è un aspetto del Judo, il comprendere il principio della Massima Efficacia è la chiave di volta, perché è vitale e anche per lo studio della tecnica. È però impossibile applicare la Massima Efficacia, il migliorare il corpo e spirito attraverso lo studio della difesa e dell’attacco, se tra i componenti del gruppo non vi è armonia e questa la si può ottenere solo tramite la disponibilità e le reciproche concessioni, che generano “Prosperità e Mutuo Benessere”. Il fine ultimo del Judo è educare l’individuo al rispetto ed alla pratica di questi due principi. Considerando il Judo dualisticamente si possono considerare “Prosperità e Mutuo Benessere” il fine e “Massima Efficacia” il mezzo. 4 In effetti il Judo si ispira alla dottrina dell’ Unità Universale e quindi il fine può essere incluso nel mezzo : la Massima Efficacia applicata a tutte le attività e come umane. L’afferrare il significato di queste parole può essere molto arduo oggigiorno, sia perché la formazione culturale di Jigoro Kano era profondamente diversa dalla nostra, sia perché la società attuale distorce quei valori morali che dovrebbero essere comuni a tutte le culture. Educare l’individuo al rispetto di questi principi era quindi per Kano una primaria necessità culturale. Il Maestro vedeva nel Judo uno strumento di perfezionamento dell’individuo il cui più alto stato spirituale è quello in cui le individualità vengono superate, “Io” e “Gli Altri” diventano un tutt’uno con l’instaurazione dell’armonia universale. – Tratto dalle dispense dell’Area Discipline Orientali settore Judo –

“Sarei felice di vedere applicati in futuro i principi del judo a tutte le forme di comportamento umano e di sapere che su tale argomento vengono condotte delle ricerche”.

“La via inizia con il dare e prosegue nello stare insieme per crescere e progredire”

“La collaborazione tra l’allievo e  l’nsegnante e tra i praticanti durante lo studio delle tecniche, va in una direzione che, attraverso il reciproco aiuto ed il mutuo rispetto, porta al miglioramento delle capacità di relazioni personali, sociali e morali; questo, se assimilato interiormente, può essere applicato anche nella società in cui viviamo, migliorandola”

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